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Celiachia: vantaggi della dieta e nuove prospettive di cura

Celiachia: vantaggi della dieta e nuove prospettive di cura

Eliminare il glutine combatte i dolori neuropatici. Ma forse non è lontano il giorno in cui i pazienti avranno a disposizione un’alternativa alla dieta

I sintomi intestinali sono i più classici, ma chi è sensibile al glutine ne presenta anche altri, da quelli dermatologici a quelli neurologici. Chi soffre di sensibilità al glutine o di celiachia si trova a volte a combattere anche con la neuropatia periferica. I nervi periferici si danneggiano e causano debolezza, intorpidimento e dolore, tipicamente alle mani e ai piedi. Quando sensibilità al glutine e dolore neuropatico sono presenti contemporaneamente si parla di neuropatia da glutine.

Via il glutine, via il dolore

Uno studio condotto dall’Università di Sheffield, nel Regno Unito, che sarà presentato al meeting annuale dell’American Academy of Neurology, su 60 persone affette da neuropatia con età media di 70 anni ha appurato che coloro tra questi che seguivano una dieta rigorosamente priva di glutine avevano maggiori probabilità di non avere dolori rispetto a chi mangiava più liberamente. Più precisamente il 56% di coloro che riportavano di non avere dolori seguiva una dieta gluten free, mentre non provava dolore solo il 21% di coloro che erano a dieta libera.

Dopo aver corretto i risultati per tenere conto di variabili come l’età, il sesso, lo stato di salute mentale, i ricercatori si dicono convinti che chi segue una dieta rigorosa che esclude il glutine ha l’89% di probabilità in meno di avere dolore neuropatico rispetto a chi non è a dieta.

La neuropatia dolorosa da glutine, è inoltre emerso, incide negativamente anche sulla salute mentale delle persone. Chi lamentava dolori per questa condizione otteneva infatti un punteggio medio di 76 su una scala di valutazione da zero a 100, contro la media di 87 di quanti avevano una neuropatia da glutine ma senza dolore, principalmente grazie alla dieta.

Interruttore chimico

La dieta priva di glutine può quindi evitare parecchie sofferenze a chi è sensibile o intollerante al glutine. Non per tutti è però facile seguirla rigorosamente, soprattutto perché il glutine è ancora contenuto in moltissimi alimenti industriali, il che può rendere difficile fare la spesa senza correre rischi. Alternative per la cura di queste patologie, però, al momento ancora non se ne vedono, e non è che la ricerca non ci stia lavorando.

Ora forse si è aperto un nuovo spiraglio, o così sostengono i ricercatori dell’Università di Stanford in California, in un lavoro pubblicato a fine febbraio sul Journal of Biological Chemistry. Nel morbo celiaco, il glutine induce una risposta immune esagerata quando viene modificato dall’enzima Transglutaminasi 2 o TG2 nell’intestino tenue. Ecco, gli autori hanno identificato un enzima che sarebbe in grado di spegnere TG2.

Chaitan Khosla, direttore del Dipartimento Chemistry, Engineering & Medicine for Human Health di Stanford, che ha supervisionato questo studio, in ricerche precedenti aveva appurato che il TG2 può essere attivo o inattivo, a seconda della formazione o della rottura di un legame chimico specifico, chiamato legame disolfuro, tra due aminoacidi nell’enzima TG2.

Questa proteina non è presente sono nelle persone con celiachia, ma si trova anche nei soggetti sani. “Quando è diventato chiaro che anche se la proteina era abbondante, la sua attività era inesistente in un organismo sano, la domanda è diventata: Cosa accende la proteina e poi cosa la spegne?”, racconta Khosla.

Alternativa alla dieta?

A forza di tentativi, nel 2011, il team di Khosla ha identificato l’enzima che attiva il TG2 rompendo il suo legame disolfuro. Ora, grazie a esperimenti condotti su colture cellulari, gli autori del nuovo studio hanno trovato un enzima che riforma questo legame, rendendo il TG2 inattivo. L’enzima in questione, ERp57, è noto principalmente per aiutare a piegare le proteine all’interno della cellula. Quando spegne il TG2, lo fa però fuori dalla cellula, il che solleva ulteriori domande sulle sue funzioni nelle persone sane.

Anche se molto del meccanismo resta da chiarire, visto che non si capisce veramente come Erp57 esca dalla cellula, TG2 è ora la prima proteina di cui si conosce un interruttore reversibile di accensione e spegnimento per il legame disolfuro. Ora il gruppo di ricerca vuole verificare se esistono farmaci approvati dalla Food and Drug Administration che potrebbero colpire direttamente l’interruttore.

Poiché studi precedenti hanno suggerito che la mancanza di TG2 non sembra influire negativamente sulla salute dei topi, il blocco del TG2 è una via promettente per il trattamento dei pazienti affetti da celiachia senza richiedere modifiche permanenti alla loro dieta.