Prendi l’antibiotico che ti passa”. Evitare l’autoprescrizione e l’automedicazione è il primo passo per contenere la resistenza dei batteri a questi farmaci. In Italia, si tratta di una pratica molto diffusa. Evitiamo di ricorrere da soli all’uso degli antibiotici. Facciamolo solo dopo aver consultato il medico, l’unico che può valutarne necessità ed utilità.

Aderire alla terapia

Quando il Ministero della Salute parla di uso non corretto dell’antibiotico, si riferisce alla modalità con cui alcuni pazienti seguono la terapia prescritta dal medico. O meglio, non seguono. Spesso, infatti, le persone non rispettano le indicazioni terapeutiche. Accorcianodi propria iniziativa la durata del trattamentoriducono la dose oppure non osservanola posologia corretta (ovvero assumono il farmaco una volta al giorno anzichè due-tre come prescritto). In questo modo, la quantità di antimicrobico presente nell’organismo sarà insufficiente per combattere efficacemente i batteri, che, sopravvivendo, potranno sviluppare resistenza.

Stop a prescrizioni inutili

Per uso improprio, invece, si intende sostanzialmente l’uso eccessivo e indiscriminato di antimicrobici, anche quando “non servono”. I medici negli anni hanno prescritto troppi antibiotici, anche con indicazioni fuori luogo (per esempio contro l’influenza o il raffreddore) e talvolta con dosi non corrette.

Educare gli operatori sanitari

Se la resistenza agli antibiotici è alimentata dal loro utilizzo, la diffusione dei batteri antibiotico-resistenti da paziente a paziente avviene a causa dell’inadeguato rispettodelle pratiche assistenziali. Insistere sul lavaggio delle mani di medici e infermieri sembra banale, ma è fondamentale per evitare di trasportare da un malato all’altro i germi.