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Aspettativa di vita, si allunga anche grazie ai nuovi farmaci

Aspettativa di vita, si allunga anche grazie ai nuovi farmaci

Dal 1960 al 2014 l’aspettativa di vita a livello mondiale è aumentata di 19 anni. In particolare, si è registrato un +11 nei paesi ad alto reddito e un +24 nei paesi a basso e medio reddito. L’allungamento dell’aspettativa di vita è riconducibile in gran parte (73%) al contributo dei nuovi farmaci (Fonti: The European House Ambrosetti – Rapporto 2016 e Lichtenberg FR. Health Policy Technol 2014). Se ne è discusso a Roma, all’Auditorium del Ministero della Salute, nell’ambito del 5° Convegno Nazionale – La Ricerca da Promotori no profit in Italia, promosso dalla Società Scientifica di Medicina Interna FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), con Istituzioni, Istituti di Ricerca, Direzioni Generali e Sanitarie degli Ospedali, Comitati Etici, Associazioni di Pazienti, Industria, Organizzazioni di Ricerca a Contratto.

Dal 1960 al 2014 l’aspettativa di vita a livello mondiale è aumentata di 19 anni. In particolare, si è registrato un +11 nei paesi ad alto reddito e un +24 nei paesi a basso e medio reddito. L’allungamento dell’aspettativa di vita è riconducibile in gran parte (73%) al contributo dei nuovi farmaci (Fonti: The European House Ambrosetti – Rapporto 2016 e Lichtenberg FR. Health Policy Technol 2014). Se ne è discusso a Roma, all’Auditorium del Ministero della Salute, nell’ambito del 5° Convegno Nazionale – La Ricerca da Promotori no profit in Italia, promosso dalla Società Scientifica di Medicina Interna FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), con Istituzioni, Istituti di Ricerca, Direzioni Generali e Sanitarie degli Ospedali, Comitati Etici, Associazioni di Pazienti, Industria, Organizzazioni di Ricerca a Contratto.

“Sono dati che attestano l’enorme valore della ricerca clinica per i pazienti – spiega il Dottor Andrea Fontanella, Presidente Nazionale FADOI -, visto l’accesso a terapie innovative, l’allungamento e la qualità della vita, la capacità di affrontare gli unmet medical need (bisogni medici insoddisfatti). La ricerca clinica, inoltre, è un grande valore per il Paese, con l’attrazione di investimenti dall’estero, l’aumento della competitività, il bisogno di occupazione qualificata; e per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), poiché la ricerca introduce innovazione per il sistema, promuove la crescita di centri di eccellenza, e ha una conseguenza positiva in termini di appropriatezza dell’assistenza che viene prestata ai pazienti”.

Eppure dal Rapporto AIFA 2017, quando si parla di ricerca farmacologica, emerge che dal 2009 al 2016 la ricerca no profit in Italia ha visto ridursi del 47% il numero delle sperimentazioni cliniche sui farmaci. Più in generale, parlando di investimenti per la ricerca in senso lato, siamo ben lontani dall’Obiettivo Europa 2020, stabilito nel 2002 dal Consiglio Europeo, ovvero portare gli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del PIL. Oggi, infatti, l’Italia investe nel settore circa l’1,5% del Prodotto Interno Lordo, contro la media UE che supera il 2%. Queste frazioni percentuali corrispondono in realtà a decine di miliardi di Euro.
Rispetto a questo, e a numerose altre criticità che nel nostro Paese affliggono la Ricerca in generale e quella biomedica in particolare, cosa farà il nuovo Parlamento a partire dalle prossime settimane? E quali proposte concrete possono venire dal mondo della Ricerca?
“Quest’anno il titolo del Convegno è “Dentro la Ricerca: la Persona prima di tutto” – aggiunge Fontanella -, a sottolineare il ruolo centrale che la Persona (sia come cittadino e paziente che professionista della ricerca o decisore politico-amministrativo) deve avere. La ricerca da Promotori no profit è fondamentale perché orientata alla realizzazione di progetti finalizzati ad affrontare quesiti clinici irrisolti rilevanti per l’assistenza e pertanto per la comunità. È un’indispensabile risorsa per il Servizio Sanitario e per la crescita delle conoscenze, complementare rispetto alla ricerca industriale”.

“Il fine è la persona e non la macchina”. Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin è intervenuto al convegno. L’Università – ha detto il ministro – deve formare le persone dal punto di vista tecnologico, ma soprattutto dal punto di vista etico, altrimenti si rischia che la persona non resti al centro. Formare le coscienze e le menti per non essere travolti dalle nuove applicazioni delle scoperte, come l’intelligenza artificiale. La ricerca clinica oggi richiede personalizzazione, rapporto più forte tra ricercatore e paziente; la ricerca deve essere applicata ai nuovi modelli organizzativi e processi decisionali; il sistema italiano sta recependo questa evoluzione”.

E proposito di ricerca no profit, aggiunge: “La legge Lorenzin introduce la brevettabilità della ricerca no profit, la riduzione dei comitati etici (ci sono voluti cinque anni per ottenere questo risultato), nuovi stanziamenti per la ricerca indipendente. Nei prossimi anni ci sarà un fondo pubblico per la ricerca per finanziare anche quelle linee che non vengono viste come opportunità di business per gli investitori, penso ai vaccini e agli antibiotici, ma che sono fondamentali per la salute pubblica. E alla ricerca organizzativa e gestionale che è funzionale al Servizio Sanitario”.

Il Ministro ha ringraziato la Società Scientifica: “C’è stata un’assidua frequentazione in questi anni con la FADOI, che ha partecipato a tanti tavoli tecnici. Ci siamo ascoltati e contaminati nella ricerca”. Un pensiero ricambiato dal Dottor Andrea Fontanella, Presidente nazionale FADOI: “Ringrazio il Ministro Lorenzin che con la sua legge ha dato un senso al nostro lavoro e al nostro sforzo, recependo tanti punti del Documento propositivo post-congressuale che abbiamo presentato un anno fa”.

I prossimi anni saranno caratterizzati da importanti sfide che il nostro Paese deve affrontare, per riaffermare il ruolo che gli compete nel panorama internazionale della ricerca clinica. Nell’immediato, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge Lorenzin presuppone la definizione di Decreti attuativi su numerosi aspetti critici della sperimentazione clinica, per i quali il mondo delle Istituzioni e quello della Ricerca sono chiamati a individuare le migliori opzioni. Questo sarà, appunto, uno dei focus principali del Convegno promosso da FADOI.

In materia di ricerca no profit la Legge Lorenzin indica la necessità di modifica del Decreto 17 dicembre 2004 del Ministero della Salute per la parte in cui prevede che “la sperimentazione non sia finalizzata allo sviluppo industriale del farmaco o comunque ai fini di lucro”. Con la Legge Lorenzin si ammette la “cessione e l’utilizzazione dei dati relativi alla sperimentazione a fini registrativi all’azienda farmaceutica, per valorizzare l’uso sociale ed etico della ricerca” e si stabilisce che “l’azienda farmaceutica rimborsi le spese dirette e indirette connesse alla sperimentazione, nonché le mancate entrate connesse alla connotazione di stu­dio come non profit”. Come sottolinea il Presidente Fontanella, “questo è un passaggio di particolare importanza, per il quale FADOI si è impegnata negli ultimi anni, e restituisce alla ricerca no profit la possibilità di incidere più concretamente nella pratica clinica quotidiana rendendo maggiormente fruibili i risultati della ricerca”.

Fra le peculiarità del Convegno, la redazione di un Documento propositivo post-congressuale con alcune Raccomandazioni di carattere pragmatico che vengono portate all’attenzione delle Istituzioni del Paese. Già il Documento elaborato a seguito della Quarta Edizione ha riscosso grande consenso fra gli stakeholder del settore, ricevendo 112 adesioni da parte di Società Scientifiche, Istituti di Ricerca, Comitati Etici, Associazioni di Pazienti e di Cittadini.